Nella sua ultima docu-intervista Anam il senzanome (qui disponibile in DVD), pochi mesi prima della sua scomparsa, Tiziano Terzani confessò «Ormai mi incuriosisce di più morire. Mi dispiace solo che non potrò scriverne».
Terzani non fu molto conosciuto in Italia durante la sua attività giornalistica, poiché la testata per la quale lavorava principalmente era un periodico tedesco, Der Spiegel (anche se scrisse saltuariamente per molte testate italiane), ma oggi è riconosciuto quale uno dei massimi scrittori italiani di viaggi del XX secolo, appassionato cronista del proprio tempo, entusiasta ricercatore della verità degli avvenimenti, dei suoi protagonisti e degli uomini suoi compagni di viaggio, fisico e spirituale: una mente tra le più lucide, progressiste e non violente di inizio XXI secolo.
Lo scrittore e giornalista toscano, scomparso nel 2004 dopo una vita vissuta da filosofo del viaggio, continua a far parlare di sé con i suoi libri che hanno ispirato moltitudine di lettori e viaggiatori, che grazie ai suoi racconti si sono innamorati dell’Asia. Tra questi ci sono anche io.
10 aforismi di viaggio più belli di Tiziano Terzani
Ho deciso di raccogliere 10 frasi di Terzani legate al mondo dei viaggi, quelle che mi hanno colpito particolarmente.
1 – Fermati ogni tanto. Fermati e lasciati prendere dal sentimento di meraviglia davanti al mondo.
2 – In India si dice che l’ora più bella è quella dell’alba, quando la notte aleggia ancora nell’aria e il giorno non è ancora pieno, quando la distinzione fra tenebra e luce non è ancora netta e per qualche momento l’uomo, se vuole, se sa fare attenzione, può intuire che tutto ciò che nella vita gli appare in contrasto, il buio e la luce, il falso e il vero non sono che due aspetti della stessa cosa. Sono diversi, ma non facilmente separabili, sono distinti, ma non sono due. Come un uomo e una donna, che sono sì meravigliosamente differenti, ma che nell’amore diventano Uno | dal libro “Un altro giro di giostra”
3 – Il primo passo di ogni grande sapere è il sapere di non sapere. Solo se riusciremo a guardare l’universo come un tutt’uno in cui ogni parte riflette la totalità e in cui la grande bellezza sta nella diversità cominceremo a capire chi siamo e dove stiamo.
4 – Vivo ora, qui, con la sensazione che l’universo è straordinario, che niente ci succede per caso e che la vita è una continua scoperta. E io sono particolarmente fortunato perché, ora più che mai, ogni giorno è davvero un altro giro di giostra | dal libro “Un altro giro di giostra”
5 – Ogni posto è una miniera. Basta lasciarcisi andare. Darsi tempo, stare seduti in una casa da tè a osservare la gente che passa, mettersi in un angolo del mercato, andare a farsi i capelli e poi seguire il bandolo di una matassa che può cominciare con una parola, con un incontro, con l’amico di un amico di una persona che si è appena incontrata e il posto più scialbo, più insignificante della terra diventa uno specchio del mondo, una finestra sulla vita, un teatro d’umanità dinanzi al quale ci si potrebbe fermare senza più il bisogno di andare altrove. La miniera è esattamente là dove si è: basta scavare | dal libro “Un indovino mi disse”
I libri più belli di Tiziano Terzani
a cura di ScambiEuropei
Un indovino mi disse
Nel 1976 Tiziano Terzani riceve un avvertimento molto particolare da un indovino cinese: “Nel 1993 corri un gran rischio di morire. In quell’anno non volare mai.” Nonostante l’assurdità di una premonizione simile, le parole dell’indovino rimangono nella testa del giornalista, che, nel 1993, decide di cogliere questo monito e trasformarlo nell’occasione per compiere un’impresa insolita, soprattutto per un giornalista corrispondente dall’estero.
Decide di viaggiare senza aerei per tutto l’anno. Il libro parla di questa sua decisione e delle esperienze che ne sono derivate. Nelle prime pagine, Terzani racconta l’intero aneddoto e informa i suoi lettori di un evento sconcertante: il volo che in quei giorni avrebbe dovuto prendere per realizzare un servizio per lo Spiegel precipitò, con a bordo l’inviato che lo sostituì.
In Asia
Cina, Giappone, Vietnam, Corea, India: nelle pagine di “In Asia” troviamo frammenti autobiografici mischiati al reportage giornalistico e alle cronache di costume e società. Terzani ci racconta i mille volti di un continente tanto misterioso e variegato quanto grande, oltre le idealizzazioni e partendo dalla vita di ogni giorno. Un racconto autentico e un libro di viaggio da leggere ad ogni costo se si è curiosi o appassionati dell’Oriente.
La porta proibita
Sospettato di essere una spia, nel 1984 Terzani viene arrestato dalla polizia di Pechino e interrogato, per poi venire espulso dal paese. All’epoca aveva vissuto in Cina per 4 anni, cercando di omologarsi alla società e alla cultura locale per poterla meglio comprendere. Vestiva come un cinese, parlava cinese, mandava i figli alla scuola locale. Questo comportamento, però, da parte di un Occidentale, venne considerato sospetto. Espulso dal paese, Terzani ci racconta le sue impressioni e considerazioni, oltre, ovviamente, alla sua storia.
Buonanotte Signor Lenin
Con questo libro ci spostiamo in Russia, nei giorni della caduta dell’Impero sovietico. Siamo nel 1991 e Terzani si trova in Siberia. Giuntagli la voce dell’attentato a Gorbaciov, si mette in viaggio verso Mosca per raccontare cosa sta succedendo.
Ci arriverà dopo due mesi. Si tratta di un viaggio solitario e avventuroso, raccontato grazie ai suoi appunti e alle sue fotografie. Un libro che ripercorre i passi di Terzani e della caduta dell’Unione Sovietica.
Un altro giro di giostra
Il sottotitolo del libro recita: “viaggio nel male e nel bene del nostro tempo“, ma in realtà questo libro racconta anche e soprattutto il viaggio interiore di Terzani, quello della riscoperta del “guru che c’è dentro di noi”, intrapreso nel periodo della malattia. Un Altro Giro di Giostra è, infatti, l’ultimo libro dello scrittore, pubblicato nel 2004.
Seguono alcune pubblicazioni postume, come La Fine è il mio Inizio, un libro indirizzato al figlio, Folco Terzani, in cui racconta quello che ha capito della sua vita e della vita in generale.
In questi libri di viaggio Terzani raccoglie tutta la sua esperienza e le sue riflessioni per poterle condividere col mondo. Da giornalista ha cercato di raccontare la verità dei fatti, da uomo ha cercato di raccontare la verità spirituale. Con le sue riflessioni e i suoi aforismi riesce perfettamente nell’intento di portare il lettore con sé in tutti i suoi viaggi: siano essi esteriori o interiori.
La fine è il mio inizio
Tiziano Terzani, sapendo di essere arrivato alla fine del suo percorso, parla al figlio Folco di cos’è stata la sua vita e di cos’è la vita: “Se hai capito qualcosa la vuoi lasciare lì in un pacchetto”, dice. Così racconta di tutta una vita trascorsa a viaggiare per il mondo alla ricerca della verità. E cercando il senso delle tante cose che ha fatto e delle tante persone che è stato, delinea un affresco delle grandi passioni del proprio tempo. “Se mi chiedi alla fine cosa lascio, lascio un libro che forse potrà aiutare qualcuno a vedere il mondo in modo migliore, a godere di più della propria vita, a vederla in un contesto più grande, come quello che io sento così forte.”
Un’idea di destino: diari di una vita rivoluzionaria
“Cosa fa della vita che abbiamo un’avventura felice?” si chiede Tiziano Terzani in questa opera, che racconta con la consueta potenza riflessiva l’esistenza di un uomo che non ha mai smesso di dialogare con il mondo e con la coscienza di ciascuno di noi. In un continuo e appassionato procedere dalla Storia alla storia personale, viene finalmente alla luce in questi diari il Terzani uomo, padre, marito. Scopriamo così che l’espulsione dalla Cina per “crimini controrivoluzionari”, l’esperienza deludente della società giapponese, i viaggi in Thailandia, URSS, Indocina, Asia centrale, India, Pakistan non furono soltanto all’origine delle grandi opere che tutti ricordiamo.
Furono anche anni fatti di dubbi, di nostalgie, di una perseverante ricerca della gioia, anni in cui dovette talvolta domare “la belva oscura” della depressione. E proprio attraverso questo continuo interrogarsi, Terzani maturava una nuova consapevolezza di sé, affidata a pagine più intime, meditazioni, lettere alla moglie e ai figli, appunti, tutti accuratamente raccolti e ordinati dall’autore stesso, fino al suo ultimo commovente scritto: il discorso letto in occasione del matrimonio della figlia Saskia, intriso di nostalgia per la bambina che non c’è più e di amore per la vita, quella vita che inesorabilmente cambia e ci trasforma. Prefazione di Angela Terzani Staude.
Lettere contro la guerra
Il volume raccoglie una serie di lettere inedite e alcune comparse sul “Corriere della Sera”. Con queste corrispondenze – da Kabul, Peshawar, Quetta, ma anche da Orsigna, Firenze, Delhi e dal suo rifugio sull’Himalaya – Tiziano Terzani comincia un pellegrinaggio di pace tra Oriente e Occidente. Secondo l’autore infatti “non basta comprendere il dramma del mondo musulmano nel suo confronto con la modernità, il ruolo dell’Islam come ideologia antiglobalizzazione, la necessità da parte dell’Occidente di evitare una guerra di religione”, bisogna soprattutto capire, convincersi, credere che l’unica via d’uscita possibile dall’odio, dalla discriminazione, dal dolore è la non-violenza.
In America. Cronache da un mondo in rivolta
Nel 1966, un giovanissimo Tiziano Terzani ha già messo le prime basi della sua eccezionale avventura di giornalista e viaggiatore: un lavoro per l’Olivetti che gli permette di girare il mondo e gli dà la possibilità di scrivere i primi articoli per l’Astrolabio, settimanale della sinistra indipendente diretto da Ferruccio Parri. Inquieto per temperamento, Terzani vuole però realizzare il suo sogno di ragazzo e fare il reporter a tempo pieno. Così, l’anno successivo, coglie al volo l’occasione di una borsa di studio per un master alla Columbia University, si dimette dall’Olivetti e s’imbarca a Genova con la moglie Angela, per scoprire gli Stati Uniti e poterli finalmente raccontare. Come scoprirà il lettore nella densa prefazione di Angela Terzani Staude, saranno due anni molto intensi, vissuti prima a New York, poi in California, dove Tiziano comincia a studiare il cinese alla Stanford University, e per il resto del tempo in un fondamentale viaggio attraverso «la pancia dell’America» – come Tiziano chiamava gli stati interni del Midwest e del Deep South. Ma sarà anche un periodo in cui, in un continuo alternarsi di entusiasmi e delusioni, si riveleranno in tutta la loro forza i conflitti generazionali e politici del ’68 destinati di lì a poco a travolgere l’intero Occidente.
Come racconterà in seguito nella Fine è il mio inizio: «Quando partii per l’America Parri mi disse ‘Ti prego, scrivi, ne sarò felicissimo’. E io per due anni ogni settimana ho scritto sull’America, sulle elezioni, sui negri, sulla protesta contro la guerra in Vietnam, la marcia su Washington e gli assassinii di Robert Kennedy e Martin Luther King». Proprio questi sorprendenti reportage inediti, corredati di fotografie dell’archivio familiare, vengono qui raccolti da Àlen Loreti. Sono cronache da un mondo in rivolta, in cui Terzani dà prova per la prima volta del suo straordinario istinto da grande reporter, che gli permette di individuare e di raccontare gli eventi più importanti ed emozionanti della Storia.
Fantasmi. Dispacci dalla Cambogia
Testimonianza unica di un Tiziano Terzani reporter, giovane ed entusiasta, interessato ai “fatti”, che con stupore si avvicina a ogni dettaglio e crede ancora sia possibile influenzare la Storia, questo testo ricostruisce in presa diretta l’olocausto che fece della Cambogia il regno dell’orrore. I suoi reportage ci raccontano non soltanto la storia che trasformò un intero paese ma anche l’uomo che la seguì per documentarla. Da qui infatti prese corpo la svolta che lo porterà ad abbandonare ogni fiducia nell’ideologia, in cui pure aveva creduto, per iniziare un nuovo cammino di ricerca.
Nella Cambogia unico paese dell’Asia che aveva continuato a visitare per 25 anni – Terzani vedeva rappresentata nella sua essenza la tragedia del pianeta intero. “Fantasmi” è dunque un testo imprescindibile per capire le ragioni che lo spinsero a voltare le spalle al mondo e a cambiare direzione. “I cambogiani lo sanno da secoli: la vita è una ruota e la Storia non è progresso”, ricordava già allora, prima che altre guerre di invasione e altre lotte fratricide conferissero un’eco per sempre attuale alle sue parole. Con un testo di Angela Terzani Staude.
Pelle di leopardo
Quando, nel 1972, Tiziano Terzani arrivò in Vietnam, era un giovane corrispondente “ottimista, sorridente e speranzoso”. Consegnò la propria esperienza di testimone della guerra al diario che l’anno dopo apparve col titolo di “Pelle di leopardo”. Si ritrovò di nuovo in Vietnam nel 1975, e fu uno dei pochissimi giornalisti occidentali testimoni della liberazione di Saigon. “Giai Phong!”, pubblicato nel 1976, ricostruisce i retroscena diplomatici e di guerra di quei mesi febbrili. Riproposti insieme, con una nuova introduzione dell’autore, i due libri, scritti letteralmente tra due fuochi, descrivono non solo le battaglie e gli orizzonti della guerra, ma anche la sofferenza delle popolazioni civili, il cambiamento materiale e morale dopo la fine degli scontri, tra fabbriche e chiese, rancori e perdoni.
Appassionante resoconto di un viaggiatore instancabile, testimonianza preziosa per capire il passato, documento ormai storico, che va oltre la guerra, il tempo ci riconsegna queste pagine nella loro intatta verità e bellezza, come accade soltanto ai veri scrittori.